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Sommario Studi in Annuario ASMV 2004/2005
Piedimonte Matese

Dopo le relazioni del Presidente dott. Pasqualino Simonelli e del dott. Ercole De Cesare, non v’è motivo di dover o poter aggiungere altro per dire perché siamo qui riuniti. A me altro compito assegnato, presentazione dell’Annuario, come dall’invito, non innovazione, ma un’eccezione, solamente per economia dei tempi, in questa tornata che sarebbe dovuta essere tutta dedicata ai collaboratori per la illustrazione individuale del contenuto del proprio lavoro di ricerca e di composizione.
Una breve introduzione, non me la rimprovererete.
Il 1915, l’idea, il valore e il senso della storia locale di Raffaele Marrocco si fanno Archivio storico del Sannio alifano e contrade limitrofe, che è associazione e rivista la quale rinasce con il titolo di Annuario della Associazione Storica del Sannio Alifno il 1965, la quale continua, senza metamorfosi di contenuti, Associazione Storica del Medio Volturno nel 1975.

Non solamente la vita e l’attività culturale dell’idea si distingue per longevità.

La vita e l’dea culturale compie novant’anni, quanti il Presidente onorario Dante Bruno Marrocco, rifondatore dell’Ente, donatore della sede, di questa sede, egli storico dalla molto ricca produzione, libraria, nato il 16 dicembre, il giorno successivo nel quale il padre fondava Archivio.

Inconoscibili coincidenze. E lui, Dante, per me, in questa bella rinnovata Sala Minerva, dalla sorte è impedito a starci a far festa.

Ma, siatene certi, con il cuore e con la mente è qui presente con noi, anche con la mente, se non è assopita. Lo sa chi si trattiene di tanto in tanto con lui quanto sia avido di sapere di questo e di quello: il pensiero stenta a farsi parola, che gli si nega.

A lui va il più sincero saluto di tutti e di ognuno con l’augurio di tanta serenità per i giorni a venire ed il ringraziamento di aver potuto per sua scelta, stare qui noi tutti riuniti in una società letteraria a seguire al meglio la via di conoscere altro della nostra storia di ieri e di oggi, nonché di essere stimolati a confrontarci con l’arte di del dire e dello scrivere, indagando nei documenti e, se fortunati, per il territorio sempre ricco di sorprese. Anche perché, della storia, quella lontana e quella vicina dell’oggi, la data e il dato possono essere talvolta certi o approssimati, non la lettura dello svolgimento degli eventi, neppure di quelli di cui siamo stati testimoni: con la storia gioca la mente e il sentimento e il giudizio di quel momento storico, per cui la storia, negli anni e nelle epoche successive, va letta anche con le conoscenze acquisite dallo sviluppo di tutte le altre scienze, conoscenze sussidiarie a migliori e più sofisticate letture che ti possono suggerire altre idee e soluzioni per pagine di storia le quali ti sembravano inconfutabili, solamente per effetto della ripetitività che se ne è fatta nel tempo. Talvolta al posto della storia si fa ucronia, immaginario per il reale, come per fatti accaduti secoli fa, quali ad esempio nella quotidianità, lo scontro di opinioni, non storia, in parte ignorata, nelle guerre tra islam e cristianesimo. Quanto hanno giocato singoli intetressi? Quelle lotte, nell’era dei poemi, che storia non sono, si sono fatti nobili racconti di grande arte poetica.

Una premessa lunghetta alla essenzialità e vitalità della nostra Rivista, senza la quale l’Associazione cesserebbe presto di vivere per esistere. Ripeto, perché convinto, essa, prodotto annuale come dalla terra arata e dalle piante curate e potate i frutti delle stagioni, tiene in vita l’Associazione.

La prima di copertina, tipograficamente, conserva il bordo rettangolare aggiunto per rinnovarla rispetto ai numeri precedenti con il logos al quale affiancato, suggerirei al Consiglio, di porre la riproduzione del busto di Minerva, la dea della sapienza, alla quale simbolicamente il Presidente onorario questa sala dedicò in tempi non recenti. Nel bordo, novità, l’anno indicato è duplice 2004-2005 per segnalare le attività relative ai tempi della produzione degli studi dei collaboratori e a quelli di pubblicazioni, in tempi reali, di libri di soci e di dono di volumi per l’arricchimento della biblioteca da segnalare e recensire, nonché la cronistoria delle iniziative del Consiglio e la segnalazione di eventi significativi, anche quello triste della morte di socio, quest’anno i proff. Lucio Visco e  Giuliano Palombo, dopo aver dato sistemazione agli studi dei collaboratori.

E questo spazio nel 22° volume dell’Annuario, 23° con quello dell’unico Almanacco del 1981, è occupato da segnalazioni al merito rare e perciò certificate quali eventi da storicizzare.        

Concorde e partecipe, il Consiglio vuole anch’esso onorare, come può, per l’unicità del suo genere che si conosca di simile concessione a studiosi emeriti della nostra contrada, il conferimento dalla Università di Petrosani della Romania della laurea honoris causa al Prof. Michele Malatesta, docente cattedratico di Logica alla Università Federico II di Napoli, per riconoscimento della sua non comune produzione di scienza filosofica per qualità e quantità. Il suo merito più sollecitamente gli riconobbe nel suo Piedimonte il nostro storico presidente Dante Marrocco. Il Rettore della Università di Napoli, prof. Guido Trombetti ne è fiero ammiratore.

La scienza logica non è la filosofia, sono anche le parole che tutti abbiamo conosciuto fin dalle elementari, quando abbiamo dovuto apprendere a fare l’analisi grammaticale e logica, e sono altro ancora, aggiunti i sillogismi, i fondamentali del ragionamento, quelli però che, il prof. Michele osserva, ritenuti scientifici per definizione, sono legati al linguaggio e non sono affatto degli universali linguistici, aggiungendo io: una rivoluzione concettuale per una via a un discorso interculturale e transculturale. Ma quello scolastico continua ad avere la sua funzione strumentale alle analisi della parola, della proposizione e del periodo per un ragionamento corretto; resta, o restava fondamentale nei licei filosofici per la preparazione cultural filosofica al sacerdozio.  

Il curriculum vitae del prof. Michele è leggibile nel sito internet della nostra Associazione e nel suo ad nomen. 

Il prof. Michele si abbia ogni elogio e tanto affetto sincero dai simpatizzanti, dai soci e dal Direttivo della Associazione qui riuniti per segno di cultura attiva.

 

Questo 2005 ci impone anche un ricordo lontano nel tempo, 1917, vivificato in terra non vicina, Turriaco, paesino della Venezia Giulia, segnalatoci per amor filiale, direbbero i padri latini per la pietas, dal collaboratore preside Vittorio Barbieri. Il padre Antonio entra tra i protagonisti della vita storica di quel luogo, per un atto di coraggio, premiato con medaglia d’argento al valore militare con la seguente motivazione : - Lanciatosi coraggiosamente alla testa di un cavallo che, attaccato ad una carretta di battaglione, erasi dato a fuga nell’abitato, riuscendo a fermarlo con suo pericolo e dopo ripetuti sforzi.-, salvando così vite di cittadini.

Un ricordo esemplare del legame che ha unito le parti estreme del nostro Paese Italia e che lo hanno reso indivisibile: le sofferenze, il coraggio, il sangue, la vita di tante giovani vite anche il coraggio del Sud per il non prossimo Nord, unità che la legge cosiddetta devolution insidia e che, anche per questi motivi, non può non essere contrastata con il referendum abrogativo.

 

Altro documento di merito rilasciato sessant’anni or sono s’addice ad aggiungere microstoria alla nostra terra e non diverso dal precedente per il messaggio che dà: un Attestato di Benemerenza concesso dal Corpo Volontari della Libertà a De Lellis Angelo con la motivazione:- Collaborò con atti benemeriti per riconsacrare l’Italia alla dignità di Nazione.- firmato dal Comando Generale costituita da: Ferruccio Parri, Gen. Raffaele Cadorna, Giuseppe Stucchi, Enrico Mattei, Michele Argenton,  n° 03743, datato 25 aprile 1945. Il bersagliere Angelo, della terra di S. Gregorio, in servizio militare nel bergamasco, sbandato dopo l’8 settembre 1943 si unisce ai gruppi partigiani e presta servizio di staffetta portaordini. In quella terra resta ad abitare anche per la cittadinanza onoraria che riceve e là recentemente muore.

Nello spazio precedente dell’Annuario, le recensioni, non superflue né di maniera.   

Adriano Amore, Maesri di bande del Medio Volturno

Il corpo dell’Annuario, pp. 285, inizia con uno studio, il primo del genere che ospita,  Maestri di bande del Medio Volturno elaborato da Adriano Amore - non il primo che scrive- con il retaggio di nomen omen, augurale e festoso, soprattutto finalizzato a sottolineare il ruolo sociale e culturale importante e particolarmente significativo svolto da quegli appassionati a beneficio delle genti dei nostri borghi montani e pedemontani, nei tempi ancora senza radio, le quali nelle sere autunnali e invernali della preparazione dei concerti e nei giorni delle ricorrenze festive, dalla primavera all’autunno, potevano allietarsi delle musiche preparate. E’ uno studio con una interessata ragionata premessa, seguita da brevi biografie e foto di nove maestri; non mancano loro composizioni musicali, delle quali sarebbe buona programmazione riprodurne brani scelti per una serata di audizioni in questa sala. 


Vittorio Barbieri, Spaccati di vita amorosina nel dopoguerra

 

Vittorio Barbieri, di Amorosi traccia una rapida monografia dalla Nascita dell’antico borgo al Viaggio nella radiologia del dopoguerra. Non solamente danni di guerra nel 1943, nel 1980 23 novembre, anche del terremoto, particolarmente al palazzo Piscitelli, vincolato per il suo valore nelle opere di restauro dal Ministero dei beni culturali. Ne ricorda attentamente le vicende, che iniziano in epoca antecedente al 1400, tra le quali un breve soggiorno di Carlo di Borbone nel 1734,

di Ferdinando II nel 1952, nel 1940 di Umberto di Savoia..   

Del 1943, ricorda, oltre i danni comuni a cose e a persone, la violenza fatta ad alcune giovanette da  soldati tedeschi, tra lo sgomento dei genitori.

  Un padre:- Ti prego, o Dio, fammela tornare morta, ma non…-; mamme, disperate e piangenti, si offrirono inutilmente al posto delle figlie. 

 L’episodio lo riporto per il coraggio della denuncia che ne fa l’autore, col nome del genitore che costernato prega Dio.      

Una monografia, breve quanto si voglia, non si può riassumere, tanto più se vari sono gli argomenti di memoria raccontati. Dirò, per la tirannia della brevitas, che a Vittorio il suo paese ispira anche versi. La narrazione è interessante, perché è vivace e non reticente. Da leggere. 
  

 

Alberico Bojano, Padovella brigantessa del Matese

Sono poche le donne brigantesse e la scelta che hanno fatto, intriga per conoscerne tutti gli aspetti, celati negli interrogatori da ricercare negli archivi per indagare e svolgere e narrare. Maddalena De Lellis si trova nella storia del brigantaggio, ma con quale consapevolezza? Va a stare meglio, forse, nel dramma per un teatro di paese composto da Luigi Ciccarelli, poeta popolare del Matese ( nell’  annuario del 1971). L’indagine che le dedica l’autore, l’amico e paesano dr. Alberico Bojano, è svolta in due distinti studi, il primo nell’annuario del 1984, l’altro in quello che oggi si presenta. Rapidamente sfogliandolo, è ammirevole il ritorno dell’autore sulla vicenda di quella donna, per sbrogliarla quanto più veridicamente possibile, perché il brigantaggio è un tempo e sono episodi visti e presentati per lo più in una visione e racconto romantico e romanzato, mentre s’imporrebbe un’attenzione critica e severa. Non è questo il caso, perciò lo studio diviene più interessante da leggere e comparare. Molti gli argomenti che sono presentati e svolti. Riassumerli? E’ dettagliato il racconto. Non è studio di curiosità. Farei un torto all’Autore. Invito quanto so e posso alla lettura. Io avrò bisogno di rileggere e l’uno e l’altro scritto su Padovella, attrice nella tragedia del brigantaggio.  
 

 

Luigi Cimmino, la Regione " Sannio" o " Molisannio"

La regione “Sannio” o “Molisano è il titolo che l’Avv. Luigi Cimmino dà al tema che sceglie  di risvegliare. Del po’ di passione che dura  e c’è nella gente di montagna per quella entità etnica sannitico-matesina che non è riuscita mai a ricostituirsi unitaria soprattutto dal tempo storico dell’Ottocento risorgimentale e del secondo dopoguerra mondiale del 1940 – 1945, egli se ne fa l' interprete, con l’intento di contribuire a “ far pensiero” su una volontà mai supita intellettualmente, ma che non s’è fatta popolare, diffusa, ampiamente condivisa. Egli, l’Avvocato, sottolinea che “val la pena dedicare tempo e forze a propalare un’idea… lasciata cadere nel vuoto per interessi, ma valida a dare identità alla gente nella quale non s’è spento il carattere della gente sannita pentra. Storia e commento e incitamento fanno un saggio meritevole di attenzione e di dibattito per approfondimento, da cui vivificare storia per accendere animi. Quanti temi per la vita dell’Associazione. Promoviamo seminari di studi storici. Gli uomini e gli storici ci sono. Non è vero, Avv. Luigi? 
   

 

Anna Cornelio, Alife cipollari, l'ortaggio che descrive la città

Anna Cornelio in Alife cipollari -l’ortaggio che descrive la città- ci offre da leggere un breve saggio sul bulbo il più presente nell’uso dei  cibi per la nostre mense. Non é solamente una pagina di botanica, solo accenni al nome allium caepa, alla coltivazione, al terreno, all’uso, alle qualità culinarie e terapeutiche. Quel caepa linneano lo troviamo nel nome d’una donna, Caeparia (vale a dire Cipollara) Archena: Una ricca matrona per il sepolcro rinvenutone a Raviscanina?

La nostra città più antica, Alife,  trova in Anna la storica del suo più diffuso ortaggio. Bene ha fatto ad aver coraggio anche per quel  cipollari, con il quale titolo sfottevamo gli alifani ed essi a noi di S.Gregorio con quello di patanari- L’Annuario bene ha fatto ad ospitare lo scritto breve. Ancora altro, signorina Anna. Un  forte augurio.


Iolanda D'Angelo, Antonio Cipullo, Scenografia e pittura nella Piedimonte del Settecento 

 

Il pittore Antonio Cipullo, nato a Piedimonte il 23 agosto 1670, trova nella dott. Iolanda D’angelo la studiosa che di lui ricostruisce la biografia almeno per quanto riguarda il lavoro svolto a Piedimonte e inserirlo nel circuito di grandi artisti che gravitarono non solo  intorno alla ricca e importante  dimora della famiglia Gaetani, ma addirittura nella capitale del Regno. Queste della dottoressa Angelo stanno a dirci quale impegno ella ha speso in una ricostruzione storica, dalla quale lo troviamo a lavorare nel palazzo ducale, nella chiesa dell’Annunzia e in quella annessa al convento di S. Domenico. Dopo la lettura del non lungo articolo, ma  ben documentato anche di bibliografia e di riproduzioni fotografiche di alcune opere del Cipullo, se ne  può godere la visita  nei luoghi, e verificare l’attenzione data alla riscoperta d’un grande pittore, della cui storia e prodotti la città si arricchisce.  

Pasquale Marco Fetto, Per Fra Carlo -parte seconda

Pasquale Marco Fetto nei suoi appunti, parte seconda, non ci fa mancare l’informazione di come proceda l’Iter canonico di beatificazione di Fra Carlo, commentando e riproducendo fotograficamente gli atti compiuti in questo 2005 e di quanto si intensifichi il culto a Cusano e si diffonda dalla montagna cusanara agli abitati del beneventano, del  casertano , del molisano fino al Portogallo, al Canada, alla Romania, e in altre terre vicine e lontane.

La varietà degli interventi e dei temi è ricchezza per l’annuario. Auguriamo un rapido processo e di poterlo presto celebrare anche nelle pagine dell’Annuario con l’Autore. 

  

Michele Giugliano, Storia del portale dell'ASMV

E’ utile ai  nostri soci e ai nostri lettori di internet, vicini e lontani, conoscere la storia del portale della nostra Associazione, raccontata cronologicamente dal componente il Direttivo prof. Michele Giugliano. Il quale già negli anni 1995 1998 sollecitava all’acquisto di strutture informatiche, per l’allestimento di un sito su internet a favore della crescita di conoscenza e di diffusione culturale   della a nostra Asoociazione. Dieci anni dopo quelle sollecitazioni il sito da lui operato in cooperazione con il segretario dell’Ass. è al servizio dei navigatori, con uno sviluppo inaspettato e notevole tale, parole del professore, da poterlo considerare un riferimento indispensabile per molti studiosi. Tutti i dati sono a disposizione dei ricercatori. Un grande ringraziamento ai realizzatori del servizio, pronto anche alla prestazione per l’uso della biblioteca ordinata ed in rete.

 


Giovanni Guadagno, Mons. Gennaro Di Giacomo, 1786-1878, Vescovo della Diocesi di Alife

Un personaggio di grande spessore, Mons, Gennaro Di Giacomo, non alieno dal partecipare agli avvenimenti che si venivano svolgendo ai tempi del suo servizio pastorale, l’unità del Paese, viene preso in esame critico-storico dal prof. Giovanni Guadagno. Del Vescovo ricerca e raccoglie per una conferenza alla sala biblioteca del Seminario tutte le notizie sulla vita di preparazione al sacerdozio e delle attività che in tale veste esercita. Le fonti le trova a Napoli arricchendo quelle già note, raccolte soprattutto da Dante Marrocco, lo storico che non ha lasciato da parte alcun argomento di storia locale, di quella ecclesiastica  soprattutto, che è la più notevole e visibile anche dai documenti - memoria che lascia  in eredità.

Quella conferenza, applaudita, s’è fatta studio per l’ Annuario, nel quale il testo di lettura è reso più interessante e ricco dalle note di bibliografia, che presentano più punti di conoscenza, quali, ad esempio, La storia del Reame di Napoli di Pietro Colletta e Cattolicesimo e Risorgimemto di  Pietro Borraro.  E’ di utilità per studi comparati e saperne di più. Non ultra, per uguale misura.
  

 

Lina Iannitti, La luogotenenza in Sicilia del Duca di Laurenzana...

Della Preside prof. Lina Iannitti sono le pagine che raccontano come la casa feudataria dei Gaetani non se ne sia stata sempre nel palazzo avito tranquilla e beata delle rendite antiche di cui viveva. Forse pensando di far bene e di approfittare degli avvenimenti, il duca Onorato Gaetani, nel 1799, dalle forze rivoluzionarie accetta l’incarico della Municipalità dei Cantoni di Napoli.

Solamente per una supplica, Ferdinando II di Borbone, magnanimo, nel 1837, lo nomina  Luogotenente Generale in Sicilia, consentendogli anche una ripresa economica della Casa.

La collaboratrice narra e commenta per l’Annuario questo fatto, per il quale veniamo a conoscere quali siano stati  i successivi rapporti tra i Gaetani e la Sicilia , nella  quale si trovarono ad avere beni.

Fatto storico, per quanto  io sappia, ignorato, e  perciò affatto superfluo alla conoscenza della Casa. Diverse ed interessanti le altre notizie storiche di natura economica coinvolgenti la Gran Bretagna , dalle quali vicende, il Regno di Napoli, apprendiamo, ne esce subalterno. Diremmo oggi: in pieno declino. E’ il 1840. Sono i suoi pochi ultimi anni di vita.Ogni studio, anche questo della Sig.ra Lina, ha il suo buon motivo di essere conosciuto.

 


Domenico Loffreda, La chiesa di S. Gregorio Magno sul Matese

Del mio dirò solamente che avevo un duplice motivo: completati Tirrito gli a fresco alla nuova chiesa sul Matese titolata a  San Gregario, dovevo anch’io completarne la mia lettura, iniziata nella monografia dedicata alla chiesa matrice di  Santa Maria delle Grazie nel 1996, e dire a Dante che il suo nome, come storico, in uno d’essi l’ha scritto sul dorso d’un volume un benedettino amanuense, su un altro anche il mio, insieme a quello di vescovi diocesani, da Luigi Noviello a Pietro Farina, dai proff. Vitale e Della Paolera,  ai  parroci e ai progettisti ed esecutori dei lavori. La storia per immagini e per nomi. 

 

Nicola Mancini, Munificenza privata nel Medio ed Alto Volturno

Epigrafica e statuaria dal tempo d’Augusto è l’altra storia non secondaria che predilige e con perizia ricorda Nicola Mancini, storico del suo paese Raviscanina e, del territorio alifano, non solamente, attento lettore, nel particolare, di iscrizioni che gli dettano pagine di studi interessanti, come quelle che dedica alla munificenza che ricchi cittadini, intesi al ricordo di sé, fanno nei proprio abitato o in quelli viciniori e per più vasti campi: a Telesia e ad  Allifae, a Caiatia e a Rufrae, a Venafrum e ad Aesernia. Allifae è suo campo di più acuto interesse ed approfondimento, molto recente.

 


Elena Mastroianni Santoro, La Grotta degli Elci

Del settembre ottobre 1943, il clima bellico che si viveva pei paesi e pei campi e pei colli, all’inizio ricordato, lo  rivivono quelli che c’erano e possono conoscerlo e sentirlo tale qual era i lettori di La grotta degli Elci, la storia racconto o il racconto d’una storia di quei giorni della riservata scrittrice Elena Mastroianni Santoro. E’ il terzo lavoro di memoria del 943, anno infausto, che spinge ad essere ricordato non solo nella mente. Far conoscere, da chi sa e sente di poter scrivere per gli altri, come la signora Elena, fatti e paure epocali inaugurabili, vissuti nel particolare familiare, è  rendere un servizio alla società. Entriamo anche noi nella grotta a scoprire chi c’era, per paura delle infamie delle guerre. La scrittura e al lettura fanno questi miracoli.


Pasquale Maturi, Carabinieri ed altre presenze militari ad Amorosi

Perché i carabinieri ed altre presenze militari ad Amorosi? L’ha voluto far sapere ai suoi concittadini e farlo conoscere ai lettori dell’Annuario l’altro storico amorosino socio Pasquale Maturi, assiduo collaboratore. Alla luce dei fatti storici che ampiamente cita ed esamina con le fonti della abbondante bibliografia citata e di quelli recenti per le sue personali conoscenze, sui quali tutti, analisi e  riflessioni, egli dà illustrazione completa e documentata anche della utilità della presenza e dei carabinieri e della guardia di finanza, questa per lo sviluppo della economia della zona. Nell’insieme, istruttivo ed interessante.


Vito A. Maturi, Arcaici strumenti musicali lignei della transumanza matesina 

Vito Maturo continua a farci dono della conoscenza  della civiltà pastorale attraverso gli strumenti arcaici di lavoro e di sollievo durante soste solitarie o in compagnia per gare, quale poteva essere  la varietà degli strumenti musicali, da usare anche nella transumanza autunnale per i pascoli di Capitanata o della piana del Volturno e della monticazione primaverile per le caselle vuote. Egli ci fa ben comprendere fine ed uso del flauto doppio e della castagnola, strumenti che presenta in chiare illustrazioni per il piacere anche di guardarle solamente. Ancora, Vito. All’inizio della vita c’è il pastore.


Pasquale Mongillo, Una valutazione del ris chio da elettrosmog a 380kv...

Un po’ di letteratura scientifica non ce la fa mancare il socio Pasquale Mongillo e su un argomento di  attualità che provoca e ansia e rivolta e dissidio di popolazioni costrette a conviverci, anche e soprattutto per l’interesse egoistico di enti predominanti, che della salute di  esse hanno alcuna cura e rispetto. Anche fra stati v’è dissidio. Solo allarmismo quello della gente? E l’ansia non è già un male per chi la vive e la sente?


Mario Nassa, Museo Civico di Piedimonte Matese ...sezione numismatica

Mario Nassa, nella riflessione che fa sulla sezione numismatica del Museo Civico cittadino, tocca un argomento che è gioia e dolore per gli affezionati. I furti di monete soprattutto furono il motivo di porre in sicurezza a quello Archeologico Nazionale di Napoli, molti reperti sottratti allo studio e l’inattività dello stesso. Per niente vano il breve studio di Mario, molto appassionato studioso di quella scienza. E poi egli, per gli altri studiosi di numismatica, in riferimento alle note n° 4 e  e 5,  per  l’approfondimento, suggerisce un’ indispensabile supporto bibliografico minimo.


Gianni Parisi, Lo stemma della Città di Alife, fra storia e leggenda

La iconografia di cui Gianni Parisi arricchisce e riassume il suo studio di ricerca sullo stemma di Alife, elefante e torre, attrae il lettore prima del testo. In bella vista il decreto del 1929, recente, rispetto al tempo di cui già se ne fregiava il Comune, con la descrizione araldica dello stemma e la firma del capo del governo, B. M.; sottostante nella pagina, lo stemma, terso con i simboli di ramoscelli di alloro e quercia. E’ studio documentario, piacevole da leggere.


Gaetano Sangiuliano, Il cipresso

Il dott. Gaetano Sangiuliano alla descrizione della cipresseta di Fontegreca, premette ricordi letterari e poetici dell’ albero, ombra ai morti nei cimiteri, Foscolo, e alti e schietti pei viali collinari, Carducci; legno d’uso, col cedro alla costruzione del tempio di Salomone, Bibbia. A Vitruvio, Virgilio, Orazio, Ovidio non è estraneo il cupressus sempervirens. Per il quale, in programma, studi accuratissimi da parte di ricercatori di Firenze e progetto dell’Unione europea.
Di quel bosco a Fontegreca già trattò il dott. Nicola Di Fusco, forestale. L’uno e l’altro, non si elidono, né sono eguali. Quel che c’è nell’uno non c’è nell’altro. Certamente arricchiscono la nostra conoscenza della immortalità del legno di quell’albero, ottimo per le bare in tombe perenni.


Pasquale Simonelli, Nostalgia d'una strada  

 

 

Sì, caro presidente Pasqualino, me l’hai fatta venire la nostalgia degli anni Novecetotrenta, quando con i compagni seminaristi, facevamo la passeggiata tra la doppia fila verde ed eccelsa di poppi irrorati alle radici da doppio corso d’acqua, nel quale guardare rane e anguille e qualche trota con quei puntini rossi simili al morbillo, e presso le radici dei fusti argentei funghetti incappellati. La via pietrosa, rara una automobile, più frequente un barroccino, un carretto, un asino, un mulo. Accanto, campi sterminati.

Quasi un secolo fa. C’è, alla p. 250, la foto ricordo  per rivederla, dopo la curva, dritta a perdita d’occhi, e ombrosa secondo l’ora, e pietrosa.      

Ignoravamo io e i compagni e il prefetto e i professori e il rettore tutte le notizie storiche con le quali corredi il tuo studio. Sono aiuto alla cultura, per tutti. Cerchiamo di conoscere bene la nostra storia, volesse il cielo come le sensazioni personali che pure si provano con la lettura.

Perdonami se non riassumo. Incitamento a leggere per sapere.  

Tino Gino, La riforma dei cicli scolastici

La controriforma alla buona legge Gentile, a quella della scuola secondaria unica di secondo grado, a quella elementare e dell’infanzia, a quella universitaria di Berlinguer, si chiama riforma Moratti. Il preside Gino Tino, nel suo articolo, illustra le linee guida della riforma del I ciclo. Solamente nell’iter applicativo se ne potranno constatare i risultati. Chi è convinto della bontà delle vie che si intraprendono, dovrà mettercela tutta per ottenere risultati che servano a formare mente e cuori di alunni dominati dalla televisione e da frasi fatte, o retoricamente, l’italiano di domani che sappia rispondere alle sfide dei mutamenti sociali ed a quelli della globalizzazione, sempre più rapidi.     

Per amore della scuola non posso tacere il mio forte invito a conoscere l’argomento leggendo quel che il preside scrive e vedere i documenti illustrativi, anche per contrastare le mie perplessità.


Simeone A. Veccia, Il ponte sul Volturno alla Scafa di Baja

Nella nota n.° 1 che leggo introduttiva dello studio ricerche sulla viabilità nel medio Volturno ostacolata dal corso del fiume, l’autore prof. Simeone Veccia scrive: -Sarebbe interessante un’indagine sull’insieme dei progetti…dell’Ottocento, per …esaminare le caratteristiche, l’originalità, l’attualità e coglierne, eventualmente, idee e suggerimenti.-   

Le strade ferrate e asfaltate, i ponti e le gallerie pare siano un problema sempre affrontato e mai del tutto risolto, per lo sviluppo sempre crescente dei trasporti di beni e persone. Conoscere problemi dibattuti effettivamente negli ultimi due secoli, serve a comprendere meglio gli attuali, che turbano  lontane contrade montane. La curiosità ci spinga a conoscere col Professore i temi di cui tratta sui documenti che adduce per meglio comprendere e compararli a quelli di oggi.  

E’ stato arduo operare secondo l’invito ad essere breve, succinto e compendioso.

Con scuse, ringrazio. Non ho saputo essere più sintetico. Tant’altro poteva aggiungersi. Cari collaboratori, vi rifarete nel prossimo 2006.     

 

Domenico Loffreda 11 dic.2005 h.0,40


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